Il fenomeno dell’italian sounding è oggi un dato che allarma, e che si ripercuote soprattutto su quei prodotti presenti nel Nord America che rappresentano la nostra tradizione e che generalmente sono tipici delle aziende italiane. La percentuale di prodotto italiano autentico venduto nel Nord America, oscilla da uno 0% al più rassicurante 89% per gli oli di oliva. I fake Italian, ovvero i prodotti italiani imitati sono presenti in grandi quantità sugli scaffali dei supermarket americani anche grazie alle multinazionali. I prodotti alimentari italiani godono, nel Nord America, sempre di maggiore attenzione. Non può, allora, sorprendere che sugli scaffali dei supermarket del Nord America tantissimi sono i prodotti che dichiarano, esplicitamente o implicitamente, la loro origine italiana. Purtroppo soltanto una parte, a volte molto ridotta, di questi prodotti “italiani” è autentica. E’ evidente che la presenza di questi prodotti imitati, spesso proposti da grandi aziende alimentari, fra cui spiccano Kraft, Nestlé, Heinz, Unilever, Campbell, che sono in grado di assicurarsi grandi spazi espositivi nei punti vendita, limita il potenziale di penetrazione degli autentici prodotti italiani nel mercato nordamericano. Le multinazionali non sono, naturalmente, le sole a produrre fake Italian, molte piccole e piccolissime aziende della tradizione italo-americana, infatti, distribuiscono, su scala locale altrettante attente imitazioni. Lo studio Ice ha calcolato il fatturato aggiuntivo che le aziende italiane potrebbero ottenere se riuscissero a convincere i consumatori nordamericani a scegliere il made in Italy autentico piuttosto che le imitazioni. L’ipotesi minima, ossia il raggiungimento di una quota export di prodotti autentici italiani pari al 25% del mercato degli italian sounding, frutterebbe agli operatori italiani delle aziende un fatturato aggiuntivo di più di mezzo miliardo di dollari annui, equivalente a un sesto del valore complessivo delle importazioni agroalimentari statunitensi dall’Italia. L’ipotesi massima, ossia quella della conquista da parte del made in Italy di tutti gli spazi di mercato oggi occupati dal fake Italian, garantirebbe maggiori esportazioni per 4 miliardi di dollari, più che raddoppiando il valore complessivo dell’export italiano di alimentari in Nord America, che l’anno scorso è risultato di poco meno di 3 miliardi di dollari.
Quali sono le strategie più opportune per combattere questo fenomeno? A: la culturalizzazione del prodotto italiano in loco B: aiutare le aziende italiane produttrici del real made in Italy ad occupare un’interessante fetta di mercato.